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      SANTA CECILIA A DECIMO      


La Pieve di Decimo
 
DECIMO E LA SUA PIEVE  ·  Decimo è villaggio d'origine romana. Il toponimo sta ad indicare la posizione al decimo miglio della consolare via Cassia. Secondo una tradizione consolidata, la pieve di Santa Cecilia risale all'VIII secolo. Ciò che è certo, è che il fonte battesimale custodito nel battistero all'inizio della navata sinistra è ricavato da una stele funeraria romana riadattata dai primi cristiani del luogo. Il fonte può dunque risalire all'avanguardia del Cristianesimo, segno che ad esempio nel V-VI secolo la chiesa esisteva già. E che era importante, avendo il privilegio di poter battezzare.
I primi documenti che fanno riferimento alla pieve sono dell'XI secolo. Decimo diventò sede d'assoluto rilievo della potestà dei Vescovi di Firenze, assieme alle altre antiche pievi del territorio di San Casciano. Subì poi alterne vicende prima dei fortunati patronati di famiglie nobili fiorentine nel corso del Rinascimento (cui risalgono facciata e portico).
La sua importanza è stata ridimensionata dall'aumentato potere del borgo di San Casciano, poi divenuto centro cittadino con la Collegiata. Nel '700, l'interno della pieve subì il (discutibile) rifacimento barocco visibile ancora oggi. Negli anni '70 del Novecento, alcuni saggi di restauro hanno consentito di recuperare la remota struttura romanica dei pilastri iniziali. Il fonte battesimale è stato definitivamente recuperato nel 1984.
Decimo è stata meta in tutti questi anni di migliaia di persone, salite alla pieve rimasta miracolosamente tagliata fuori dal caos di oggigiorno nonostante la vicinanza dei centri urbani e delle strade: qui, queste persone hanno incontrato don Gino.
La pieve è interessante anche sotto il profilo artistico: l'alto (e pendente) campanile, e le mura laterali, conservano ancora oggi il carattere preromanico. L'interno custodisce un affresco giottesco (Madonna col Bambino) ed una magnifica pala d'altare attribuita a Michele di Ridolfo del Ghirlandaio (XVI secolo). Dal vasto sagrato si vede, in panorama, quasi tutta la Toscana. Un "teatro" naturale, dono del Signore per don Gino ed il suo popolo.

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